Campagna Digitale

Sfide tecnologiche per un’agricoltura sostenibile in Campania

Premesse della ricerca

Noi di Hubitat ci siamo posti nei confronti del mondo agricolo e verso le modalità comunicative in ambito digitale, seguite dalle aziende di questo settore, con grande curiosità. Nello specifico, ci è capitato diverse volte di dialogare con aziende di questo settore, per le ragioni che ci portano a stare sul mercato, come società che fornisce servizi di comunicazione integrata, non soltanto in ambito agricolo ma in diversi altri settori. Ma non avevamo, prima di questo report, uno sguardo panoramico sulle condizioni generali del settore. Abbiamo quindi proceduto ad effettuare un’indagine di mercato, sviluppando una metodologia di raccolta e analisi dei dati che tendesse a limitare al minimo le opinioni degli analisti e in grado di far parlare, in modo quanto più oggettivo possibile, le informazioni raccolte sul campo. Attraverso una serie di azioni di marketing intelligence, abbiamo costruito un campione ragionato sul mondo agricolo campano e grazie all’incontro con una ventina di attori privilegiati siamo riusciti a costruire una mappa delle problematiche che interessano i processi di innovazione digitale.

  • Client

    Rubino Legaltech

  • colore

    #f5d047

  • Anno

    2022

  • Attività

    indagine di mercato e ricerca scientifica

  • Settore

    Agricoltura

  • Team

    Alfonso Annunziata, Paolo Loffredo, Lucio Iaccarino, Francesco Maria Quarto

  • Tags

    agricoltura sostenibile, intelligenza artificiale

3 focus scientifici

La ricerca si compone, infatti, di almeno tre parti fondamentali:

  • un lavoro di studio e riflessione teorica sulle specificità e sugli elementi di unicità del mondo agricolo rispetto ad altri settori, con un focus particolare su quante e quali resistenze si generano, nel momento in cui si innestano al suo interno processi di digitalizzazione e di innovazione;
  • una campagna di ascolto approfondito tra gli operatori del settore, vale a dire studiosi, agronomi, esperti, rappresentanti delle associazioni di interesse del mondo agricolo, politici e decisori che in diverse stagioni hanno ricoperto incarichi nel settore e avuto un ruolo in processi di cambiamento, imprenditori particolarmente attivi e innovativi, fornitori del settore agricolo, in particolare rispetto a servizi e strumenti digitali;
  • la costruzione di un campione ragionato di 500 aziende campane, analizzato attraverso un apparato metodologico sperimentale di marketing intelligence, finalizzato a rappresentare il livello di digitalizzazione in ambito comunicativo delle aziende.

Processo agricolo e processo comunicativo

Il report considera come digitalmente rilevanti due tipologie di innovazioni, quelle relative ai processi produttivi e quelle attinenti ai processi comunicativi.

In termini di processo, diverse le innovazioni di processo censite dalla ricerca, come la copertura 5 G di monitoraggio, i sensori volumetrici e i sensori di controllo dei parassiti e di altri parametri, l’acqua purificata tramite raggi UV, i droni per la raccolta della frutta, irrigazione, controllo delle colture, le telecamere infrarossi, le stazioni meteorologiche, le operatrici meccatroniche, i sistemi digitali di stoccaggio e di magazzino, impianti di sicurezza e videosorveglianza, gli scanner a tappeto per rilevare calibro, il colore ed eventuali difetti del frutto, la blockchain, eCommerce, ecc. La ricerca mostra una agricoltura campana proiettata verso innovazioni digitali, all’insegna del cambio generazionale, della sostenibilità e della razionalizzazione di risorse scarse come l’acqua e l’energia.

Sul versante comunicativo, dai dati in nostro possesso, emerge come decisamente positivo, la diffusione degli e-commerce. Sono circa il 30% delle aziende monitorate ad avere uno shop online, con i due settori del vino (11%) e dell’olio (8%) che fanno da apripista su tutti gli altri, per la possibilità di vendere online prodotti che hanno una shelf-life superiore, oltre che per una forte attenzione che questi due elementi hanno sulla tavola degli italiani nonché nella piramide della dieta mediterranea.

I dati sono certamente interessanti rispetto all’affermarsi di nuovi trend che mostrano alcune direzioni precise. Il crescente numero di aziende che sfruttano in modo intensivo sia i social network che i siti internet (54% del campione). La presenza di storytelling diffuso e di qualità in alcuni settori e territori cruciali come la produzione vinicola beneventana (96%) e napoletana  (86%), il caseario casertano (96%) e quello salernitano e beneventano (entrambi all’80%), l’olio casertano (88%).

Meno brillante la gestione professionale dei social network che rappresentano ancora un terreno di forte sperimentazione da parte delle aziende agricole campane. Il vino fa ancora una volta da battistrada con un rassicurante 20% delle aziende che hanno un’impostazione ispirata a criteri di gestione professionalizzati, seguiti dal settore caseario (15%) e con l’olio che perde qualche posizione (10%). E anche su Instagram molto interessanti si presentano le performance della provincia di Caserta nel settore dei frantoi, con il 40% delle aziende che sono in grado di gestire le pagine in modo professionale; stesso dicasi per il caseario salernitano che gestisce Instagram in modo professionale nel 37% dei casi.

Interviste agli attori privilegiati della ricerca

da sinistra verso destra: Lucio Iaccarino, Massimo Cavaliere, Gianfranco Nappi, Paolo Loffredo

Epilogo

I dati che abbiamo raccolto, mostrano un quadro di eccezionale effervescenza, riscontrabile proprio in agricoltura, ambito che risente di una cultura tradizionale frenante, rispetto ai grandi cambiamenti tecnologici e digitali in atto. Una crescente fiducia è riposta dai diversi attori privilegiati nei confronti del ricambio generazionale, unica vera leva, in grado di cambiare i connotati al sistema agricolo nazionale, questa volta sì, in chiave digitale. Un confronto tra generazioni che si fa conflittuale e che nella lettura della svolta digitale, invocata da taluni osservatori, spinge a considerare soltanto la vittoria delle generazioni più giovani, come strategia di uscita possibile.

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